CONFESSIONALE
La mia mente torna indietro nel tempo,
alla mia adolescenza.
Ragazza solare, simpatica, estroversa,
anima delle compagnie, sempre con il sorriso.
Dietro questa apparenza, un grande
disagio: la difficoltà di affrontare gli imprevisti e le prove della vita.
Il pianto facile, l'ansia da prestazione,
la paura di deludere chi credeva in me, il desiderio di essere la figlia,
l'amica, la ragazza perfetta.
Sono cresciuta nell’amore incondizionato
di due splendidi genitori, ma educata sempre alla paura del giudizio degli
altri, in un piccolo paese dove, ancora oggi, lo sport preferito è quello di
sparlare e elaborare voli pindarici sulle persone, creando film inesistenti dal
nulla.
Ho vissuto sdoppiata nelle mie due nature,
cercando di nascondere la parte di me che ero sicura non sarebbe piaciuta agli
altri...la parte più fragile e vulnerabile.
Ma questo mi ha portato a non crearmi la
corazza necessaria per poter affrontare la vita da adulta...non ho filtri...non
ho barriere.
Non sono stata capita e quando il mio
disagio è diventato purtroppo evidente, sono stati in molti a meravigliarsi di
questa parte di me.
Mi sto mettendo allo sbaraglio parlando
così di me perchè so che tanti non capiranno, tanti si prenderanno gioco di
me...ma spero che questa testimonianza possa essere d'aiuto a chi vive come me
e spero che possa far sentire un inetto chi mi ha giudicato senza sapere.
Depressione, ansia, attacchi di panico non
sono sinonimo di follia...ma di disagio.
Un disagio che ti nasce nell'anima e ti
logora.
Un disagio con cui cerchi di lottare ogni
giorno e che ti annienta quando ti sconfigge.
Ho passato giorni in cui la luce di un
nuovo giorno che filtrava dalle persiane, era una delle mie peggiori nemiche.
Volevo dormire...per non pensare...per non affrontare la vita.
Una vita che non è stata cattiva con me,
ne sono consapevole.
Mi ha dato cose e persone meravigliose, ma
di cui non sapevo e riuscivo a godere…e questo a volte mi succede, purtroppo,ancora
oggi, quando posso dire che il peggio, ringraziando Dio, è passato.
Essere catapultata nel cosiddetto “mondo
normale” era la cosa che mi spaventava di più.
Mi mancavano le forze, mi sentivo
come una bambola di pezza afflosciata su se stessa, ma anche come una marionetta
a cui bisognava muovere i fili per farle fare qualsiasi cosa.
Davanti a me troppo spesso un tunnel
nero...ero pervasa dalla paura di affrontare un nuovo giorno, con tutte le
sue responsabilità e l’impegno che richiede.
Mi venivano chieste forze ed energie che
non avevo … volevo solo stare al buio, rannicchiata come una bambina indifesa …
avevo bisogno di essere abbracciata e accarezzata in silenzio, senza che
nessuno mi chiedesse di dare quello che non riuscivo a dare.
E’ come se il mio corpo fosse distaccato
dalla mia mente, come se non mi appartenesse più.
Non mi riconoscevo nemmeno più io.
Dov’era finita quella che ero?… O forse …
quella che pensavo di essere?
La mia mente è annebbiata, i pensieri si
accavallano, il mio corpo non risponde … tante volte ho pensato che non sarei
riuscita a rialzarmi ancora una volta.
Mi sentivo in colpa.
In colpa per non avere energie. In colpa
per non essere quella che avrei voluto essere. In colpa per non essere quello
che gli altri avrebbero voluto.
Fuori c’era la vita … ma io forse non la
volevo più.
Tante volte avrei voluto riprendermi la
mia vita, ma avevo l’impressione che era la vita a non volersi riprendere me.
Mi guardavo allo specchio e non
riconoscevo nemmeno il mio sguardo: i miei occhi erano spenti, assenti, vagavano
chissà dove, chissà in quali meandri dell’anima.
Avevo freddo, non so se più freddo fuori o
dentro.
Ho avuto paura della notte. Ho avuto paura
di dormire.
Nel sonno tutte le mie paure prendevano
corpo e io non ero in grado di dominarle. Mi sentivo strappare l’anima e la
testa scoppiare … il cuore esplodermi nel petto … e io non volevo dormire.
Avevo paura di morire … lentamente … non
nel corpo ma nell’anima. Non sapevo dove sbattere la testa. Mi sono
sentita in colpa per chi mi era vicino, ma non era giusto nemmeno per
me.
Ma la mia mente stava dicendo basta
alla vita.
Forse ho preteso troppo da me stessa.
Ho cercato di condurre una vita "normale" ... ed era quella che chi non conosceva la mia situazione, ha giudicato e condannato.
Sono sbagliata …. Questo pensiero mi
accompagna ormai da anni e condiziona la mia vita e troppo spesso mi fa sentire
dentro una nullità, un essere insignificante, causa del dolore degli altri.
Penso ai miei giorni bui e al mio
desiderio di essere diversa, ma per quanto mi sforzassi … continuavo a non
piacere.
Ho letto il dolore negli
occhi delle persone che amo di più.
E un giorno ho dovuto
per forza di cose rimboccarmi le maniche e rialzare la testa per affrontare il
cambiamento radicale che era avvenuto nella mia vita.
Mi dovevo reinventare
una vita, la nostra vita.
Quante volte ho
implorato Dio di darmi la forza, di non abbandonarmi, di aiutami in questo
cammino impervio, pieno di sassi, di buche, di voragini!!!!!
Passa il tempo e io continuo a cadere e a
rialzarmi.
Ancora oggi a volte mi perdo nel labirinto
della vita, ma ora ho al mio fianco una persona che è “la mia risorsa” .
Sto cercando di fare del mio meglio a
piccoli passi, uno dietro l’altro…anche se non è facile…anche se ancora ci sono
volte in cui mi sento persa...anche se ancora deludo chi mi ama e amo.
Ricostruire rapporti importanti da zero, cercare di sopportare i fallimenti,
riconoscere i miei limiti, ma cercare di andare avanti verso un obiettivo
:distruggere il mostro che per anni ha abitato dentro di me.
E una bella botta devo dire che gliel’ho
data…anzi…gliel’abbiamo data!!!
In questo lungo percorso di vita voglio
ringraziare le persone che mi sono state vicine e mi hanno supportato e
sopportato...e ancora continuano a farlo… il mio compagno…le mie figlie…i miei
genitori…la mia famiglia…i miei amici.
Ho bisogno di voi...del vostro amore,
della vostra pazienza e, quando è necessario, del vostro perdono.
A voi auguro tutto il meglio di questa vita.
A chi mi ha giudicato senza sapere...a chi
ha puntato il dito per sfregio e per puro gusto di far del male, invece, auguro
di non trovarsi mai nella mia situazione, di non provare mai cosa significhi
essere vivi..e sentirsi MORTI.
E infine voglio chiedere scusa a me stessa…per
tutte le volte che non mi sono AMATA e che non mi AMO.