lunedì 6 luglio 2015


CONFESSIONALE




La mia mente torna indietro nel tempo, alla mia adolescenza.
Ragazza solare, simpatica, estroversa, anima delle compagnie, sempre con il sorriso.
Dietro questa apparenza, un grande disagio: la difficoltà di affrontare gli imprevisti e le prove della vita.
Il pianto facile, l'ansia da prestazione, la paura di deludere chi credeva in me, il desiderio di essere la figlia, l'amica, la ragazza perfetta.
Sono cresciuta nell’amore incondizionato di due splendidi genitori, ma educata sempre alla paura del giudizio degli altri, in un piccolo paese dove, ancora oggi, lo sport preferito è quello di sparlare e elaborare voli pindarici sulle persone, creando film inesistenti dal nulla.
Ho vissuto sdoppiata nelle mie due nature, cercando di nascondere la parte di me che ero sicura non sarebbe piaciuta agli altri...la parte più fragile e vulnerabile.
Ma questo mi ha portato a non crearmi la corazza necessaria per poter affrontare la vita da adulta...non ho filtri...non ho barriere.
Non sono stata capita e quando il mio disagio è diventato purtroppo evidente, sono stati in molti a meravigliarsi di questa parte di me.
Mi sto mettendo allo sbaraglio parlando così di me perchè so che tanti non capiranno, tanti si prenderanno gioco di me...ma spero che questa testimonianza possa essere d'aiuto a chi vive come me e spero che possa far sentire un inetto chi mi ha giudicato senza sapere.
Depressione, ansia, attacchi di panico non sono sinonimo di follia...ma di disagio.
Un disagio che ti nasce nell'anima e ti logora.
Un disagio con cui cerchi di lottare ogni giorno e che ti annienta quando ti sconfigge.
Ho passato giorni in cui la luce di un nuovo giorno che filtrava dalle persiane, era una delle mie peggiori nemiche. Volevo dormire...per non pensare...per non affrontare la vita.
Una vita che non è stata cattiva con me, ne sono consapevole.
Mi ha dato cose e persone meravigliose, ma di cui non sapevo e riuscivo a godere…e questo a volte mi succede, purtroppo,ancora oggi, quando posso dire che il peggio, ringraziando Dio, è passato.
Essere catapultata nel cosiddetto “mondo normale” era la cosa che mi spaventava di più.
Mi mancavano le forze, mi sentivo  come una bambola di pezza afflosciata su se stessa, ma anche come una marionetta a cui bisognava muovere i fili per farle fare qualsiasi cosa.
Davanti a me troppo spesso un tunnel nero...ero pervasa dalla paura di affrontare un nuovo giorno, con tutte le sue responsabilità e l’impegno che richiede.
Mi venivano chieste forze ed energie che non avevo … volevo solo stare al buio, rannicchiata come una bambina indifesa …  avevo bisogno di essere abbracciata e accarezzata in silenzio, senza che nessuno mi chiedesse di dare quello che non riuscivo a dare.
E’ come se il mio corpo fosse distaccato dalla mia mente, come se non mi appartenesse più.
Non mi riconoscevo nemmeno più io.
Dov’era finita quella che ero?… O forse … quella che pensavo di essere?
La mia mente è annebbiata, i pensieri si accavallano, il mio corpo non risponde … tante volte ho pensato che non sarei riuscita a rialzarmi ancora una volta.
Mi sentivo in colpa.
In colpa per non avere energie. In colpa per non essere quella che avrei voluto essere. In colpa per non essere quello che gli altri avrebbero voluto.
Fuori c’era la vita … ma io forse non la volevo più.
Tante volte avrei voluto riprendermi  la mia vita, ma avevo l’impressione che era la vita a non volersi riprendere me.
Mi guardavo allo specchio e non riconoscevo nemmeno il mio sguardo: i miei occhi erano spenti, assenti, vagavano chissà dove, chissà in quali meandri dell’anima.
Avevo freddo, non so se più freddo fuori o dentro.
Ho avuto paura della notte. Ho avuto paura di dormire.
Nel sonno tutte le mie paure prendevano corpo e io non ero in grado di dominarle. Mi sentivo strappare l’anima e la testa scoppiare … il cuore esplodermi nel petto … e io non volevo dormire.
Avevo paura di morire … lentamente … non nel corpo ma nell’anima. Non sapevo dove sbattere la testa.  Mi sono sentita in colpa per chi mi era vicino, ma non era giusto nemmeno per me. 
Ma la mia mente stava dicendo basta alla vita.
Forse ho preteso troppo da me stessa.
Ho cercato di condurre una vita "normale" ... ed era quella che chi non conosceva la mia situazione, ha giudicato e condannato.
Sono sbagliata …. Questo pensiero mi accompagna ormai da anni e condiziona la mia vita e troppo spesso mi fa sentire dentro una nullità, un essere insignificante, causa del dolore degli altri.
Penso ai miei giorni bui e al mio desiderio di essere diversa, ma per quanto mi sforzassi … continuavo a non piacere.
Ho letto il dolore negli occhi delle persone che amo di più.
E un giorno ho dovuto per forza di cose rimboccarmi le maniche e rialzare la testa per affrontare il cambiamento radicale che era avvenuto nella mia vita.
Mi dovevo reinventare una vita, la nostra vita.
Quante volte ho implorato Dio di darmi la forza, di non abbandonarmi, di aiutami in questo cammino impervio, pieno di sassi, di buche, di voragini!!!!!
Passa il tempo e io continuo a cadere e a rialzarmi.
Ancora oggi a volte mi perdo nel labirinto della vita, ma ora ho al mio fianco una persona che è “la mia risorsa” .
Sto cercando di fare del mio meglio a piccoli passi, uno dietro l’altro…anche se non è facile…anche se ancora ci sono volte in cui mi sento persa...anche se ancora deludo chi mi ama e amo.
Ricostruire rapporti importanti  da zero, cercare di sopportare i fallimenti, riconoscere i miei limiti, ma cercare di andare avanti verso un obiettivo :distruggere il mostro che per anni ha abitato dentro di me.
E una bella botta devo dire che gliel’ho data…anzi…gliel’abbiamo data!!!
In questo lungo percorso di vita voglio ringraziare le persone che mi sono state vicine e mi hanno supportato e sopportato...e ancora continuano a farlo… il mio compagno…le mie figlie…i miei genitori…la mia famiglia…i miei amici.
Ho bisogno di voi...del vostro amore, della vostra pazienza e, quando è necessario, del vostro perdono.
A voi  auguro tutto il meglio di questa vita.
A chi mi ha giudicato senza sapere...a chi ha puntato il dito per sfregio e per puro gusto di far del male, invece, auguro di non trovarsi mai nella mia situazione, di non provare mai cosa significhi essere vivi..e sentirsi MORTI.
E infine voglio chiedere scusa a me stessa…per tutte le volte che non mi sono AMATA e che non mi AMO.

Nessun commento:

Posta un commento