PENSIERI E CALZINI
Ieri pomeriggio, sul tardi, verso sera, mi son messa a
guardare i miei pensieri. Stavo lì a guardarli che passavano, come si guardano
i calzini che girano nella lavatrice. Vanno di qua, vanno di là, girano, si
rimescolano. Qualcuno arriva in primo piano, poi sparisce dietro, un altro
appare, poi scompare, e chissà dove va. Quando li tiri fuori dalla lavatrice
poi, non si sa per quale strana magia, o maleficio, spesso ne manca uno. E così
i miei pensieri che sono tanti, troppi, a volte si accavallano e me li perdo in
un angolo buio della mente, per poi riaffiorare al momento meno opportuno (nel
caso dei calzini quando, dopo aver aspettato invano mesi nella speranza di accoppiarli, decidi di buttare quello che ti guardava trepidante d’attesa). Un
pensiero si preoccupava di cosa dovevo fare oggi, del cambio di stagione che mi
chiama ma che da giorni faccio finta di non sentire. Un altro si chiedeva come
incastrarmi tra le varie cose da fare oggi (e ho risolto non facendo niente di
ciò che era previsto, ma altre cose); un altro che voleva assalire il
frigorifero o la dispensa alla ricerca di qualcosa da ingurgitare, ma subito
tenuto a bada dalla voce della mia coscienza “Ferma lì sei a dieta! Per te
ancora solo patate!”.
Poi per fortuna è piovuto.
Poi per fortuna è piovuto.
E ho messo il mio cervello a riposo.
(Annarita)
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